LA NOSTRA STORIA

2013

novembre

Dal gelo della Bosnia arriva la prima richiesta d’aiuto di una ragazza di Prijedor, Ina Ritan, che, straziata dalle terribili uccisioni che venivano commesse legalmente per le strade e nel canile, dà fondo a tutti i suoi risparmi per riscattare legalmente 20 cuccioli dal canile “lager” di Kurevo e metterli in salvo in un piccolo rifugio di fortuna.

dicembre

Quando tutto sembrava perduto parte direttamente dall’Italia su un furgone noleggiato in emergenza una prima azione di salvataggio organizzata da un gruppo di volontarie. Dopo un viaggio estenuante caratterizzato da maltempo e attese doganali infinite che ostacolavano l’uscita dei cani dal confine bosniaco, tutti i cuccioli sono stati portati nei rifugi del nord e centro Italia che avevano dato disponibilità ad accoglierli.

2014

Proseguono le liberazioni dal lager e aumenta il numero di recupero di cani randagi dalla strada in difficoltà rafforzando la frequenza dei “viaggi della salvezza”.

aprile

Viene fondata l’ODV Prijedor Emergency per tutelare i volontari che operano sul territorio e per interagire con le autorità locali.

S’intensificano i salvataggi dei cani e dei gatti della città di Prijedor e dintorni:

  • 120 cani in rifugio
  • 50 gatti in stalli casalinghi

Tutti i cani presenti nel nostro piccolo rifugio vengono sterilizzati, vaccinati, microchippati e dotati di passaporto internazionale prima di partire verso l’Italia.

Vengono organizzati viaggi a cadenza mensile per l’Italia che vedono durante queste “staffette” l’invio di donazioni di cibo e medicinali in Bosnia, per mantenere costante il supporto ai cani e ai gatti.

agosto

Primo viaggio in collaborazione con ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali).

2015

Vengono avviate le pratiche e Prijedor Emergency diventa Onlus di diritto.

marzo

Il numero dei recuperi aumenta e viene costruito un secondo rifugio per separare i cani adulti dai cuccioli.

novembre

Dal 17 al 19, l’Unità d’Intervento Nazionale di ENPA Onlus effettua, sotto la guida di Antonio Fascì, una missione di supporto in Bosnia a favore  anche di Prijedor Emergency. Oltre agli aiuti per i randagi forniti da ben 53 sezioni dell’ENPA, i volontari incontrano i vertici istituzionali e visitano anche le nostre strutture oltre che il canile di Kurevo.

2016

maggio

Enpa, che nel mese di marzo ha dato alla luce il progetto ENPA BIH, ideato per aiutare le associazioni che operano su terreno bosniaco, effettua la seconda missione e porta una tonnellata di aiuti e farmaci per oltre € 3.000. Oltre a portare in salvo alcuni cani in Italia, prende contatti con l’Ambasciata Italiana in Bosnia, che sembra dimostrare interesse per la situazione dei randagi.

giugno

Il direttivo del canile lager inizia a essere infastidito dall’operato dei nostri volontari e arrivano le prime minacce. Togliendo i randagi dalle strade, vengono tolte possibilità di guadagno per chi opera nel canile: detenzione e soppressione di randagi è fonte di profitto.

La proprietaria del terreno su cui sorge il piccolo rifugio dei cuccioli intima lo smantellamento immediato dello stesso per paura di ulteriori ritorsioni, dopo che il suo cane viene brutalmente ucciso a colpi di fucile davanti a casa da ignoti.

luglio

Il veterinario con cui l’associazione collabora offre la possibilità di costruire un rifugio su un ampio terreno di sua proprietà, dove i volontari bosniaci e italiani lavorano incessantemente per trasferire tutti i cani in ampi e comodi box.

agosto

Si presentano alle porte del nuovo rifugio gli operatori del canile lager con furgoni e cappi di metallo, minacciando la deportazione immotivata di tutti i cani ospitati. Grazie all’operato immediato di ENPA BIH, che lancia una petizione e un “mail bombing” alla municipalità, l’azione illegale del canile viene immediatamente sospesa.

settembre

Nuove minacce di ritorsioni incombono su cani e volontari: il rifugio che dava nuova speranza non risulta essere sicuro. Un secondo veterinario locale offre una nuova via di uscita, permettendo di trasferire in fretta e furia tutti i presenti su di una collina fuori dalla città e dalle rotte degli accalappiacani. Il luogo è irraggiungibile e segreto e crea enormi difficoltà anche ai volontari che ogni giorno percorrono  2 Km a piedi per portare cibo e acqua lungo un sentiero scosceso tra i boschi.

ottobre – dicembre

Il grido d’aiuto disperato attiva una grande rete di soccorsi da parte di associazioni italiane ed europee, che decidono di iniziare un percorso di collaborazione con Prijedor Emergency. Aumenta in maniera esponenziale il numero di cani portati in adozione in Italia, Svizzera, Olanda, Germania, Francia, Austria, Inghilterra e Slovenia.

2017

Vengono negati i riscatti legali al canile lager, nessuno dei volontari bosniaci può più avvicinarsi ai cancelli per “adottare” cani da condurre nella struttura di ricovero.

marzo

Il direttivo di Prijedor Emergency ottiene un incontro ufficiale con il sindaco di Prijedor, durante il quale viene esposto l’operato dell’Associazione negli anni precedenti, con le relative problematiche come le minacce subite. Viene richiesto un supporto e una possibilità di collaborazione per le sterilizzazioni sul territorio e per una campagna di sensibilizzazione. La risposta della municipalità è vaga e poco propensa alla collaborazione.

giugno

In seguito a una donazione consistente da parte del progetto ENPA BIH e a una proficua raccolta fondi, viene acquistato un terreno di 12.000 mq e vengono acquisiti i permessi per costruire un canile a norma di legge.

ottobre

Vengono effettuati i primi lavori di spianamento della parte di terreno da rendere edificabile e viene creato l’impianto idrico. I viaggi mensili per condurre cani e gatti in salvo sono sempre proficui e tante anime trovano la felicità presso famiglie adottive.

2018

I rapporti tra volontari, autorità e operatori del canile diventano sempre più tesi, il lavoro degli animalisti è ora più imponente e minaccioso per chi lucra sulla detenzione e morte dei randagi. I media europei iniziano a parlare ampiamente dell’operato di Prijedor Emergency e dei suoi volontari bosniaci e italiani.

marzo

Dogs Trust avvia un progetto di sterilizzazione gratuita per i randagi della Bosnia presso cliniche convenzionate per ridurre il tasso di randagismo.

settembre

Prijedor Emergency prende contatti con ditte italiane per la costruzione del tanto sognato canile sul terreno acquistato.

Ad oggi i cani salvati dalla strada e dal lager sono circa 4.000!

novembre

L’inizio dei lavori al nuovo rifugio scatena il Lager verso di noi. Ina viene convocata dalla polizia locale per un interrogatorio e viene accusata di costruzioni illegali e traffico all’estero di cani per scopi imprecisati. Ci si trova davanti ad un vero e proprio caso di mobbing nei nostri confronti, montato per spostare le attenzioni dalle atrocità’ che il lager Kurevo commette quotidianamente. Gli operatori del Lager arrivano coi furgoni al nostro rifugio per deportare tutti i cani ma il sequestro viene impedito dai nostri volontari che fortunatamente in quel momento si trovavano sul posto. ENPA NAZIONALE lancia una “mail bombing” tramite una petizione per fermare questa rivolta nei nostri confronti che in poco tempo raggiunge le 178.000 firme riuscendo a bloccare momentaneamente tutte le accuse infondate mosse nei confronti della nostra associazione.

2019 

Finalmente il nostro sogno comincia a prendere forma e nella primavera vengono alzati i muri di recinzione del nuovo rifugio e costruiti i primi box, viene collegato il pozzo dell’acqua con un generatore portatile e vengono spostati i cani presenti nel vecchio rifugio, che viene definitivamente chiuso e smantellato.
Per la fine dell’anno il rifugio è funzionante e comincia a diventare un punto di riferimento per le persone della città.

2020

In Bosnia è facile sbarazzarsi di un cane… non è previsto nessun reato per l’abbandono, nessun reato per maltrattamento. Anche il motivo più futile è sufficiente per lasciare una di queste anime per strada o farla uccidere da veterinari consenzienti.
Grazie al vostro aiuto in questi anni abbiamo salvato molte vite.
Non sarà forse un rifugio perfetto il nostro… ma perfetti sono tutti i nostri ospiti e perfetto è il lieto fine che vogliamo provare a regalargli.

2021

Procedono i lavori di ampliamento all’esterno del rifugio: dopo il disboscamento e la spianatura è stato portato a termine un lavoro importante: abbiamo posizionato la ghiaia sia nella grossa area di sgambo sia nei box per evitare la creazione di pozze di fango durante le giornate di pioggia in modo che i nostri ospiti possano dormire sonni tranquilli.

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